Vorrei segnalare qui il blog di un educatore statunitense che racconta la sua esperienza di volontariato in Palestina, contemporanea alla mia:
http://anamericaneducatorinpalestine.wordpress.com
Se provate a cercare nel testo del suo blog il termine apartheid lo troverete 3 volte, anche se non viene mai citato il libro di Jimmy Carter “Palestine: Peace Not Apartheid”
Se poi consultate su Wikipedia la voce APARTHEID in italiano, scoprite che si tratta di un termine afrikaans che designa un’esperienza politica (chiaramente filonazista) di separazionismo, sviluppata in Sudafrica ad iniziare dal 1928 e conclusa solo nel 1990 con la liberazione di Nelson Mandela dopo 27 anni di carcere.
Non viene minimamente accennato il concetto in relazione a quanto accadde (e accade ancora oggi) in Palestina.
Solo se scegliamo di leggere la corrispondente pagina in inglese, notiamo che l’autore afferma di parlare del Sudafrica, ma subito propone una pagina di disambiguazione che, fra l’altro, finalmente cita la politica d’Israele nei confronti dei Palestinesi.
Una scoperta ancora più sorprendente toccherà a chi cerca su it.wikipedia.org il termine Nakba, in cui si liquida in poche righe la spiegazione del termine. Notate poi che cosa viene proposto cercando ancora nella colonna “In altre lingue” la corrispondente pagina in inglese. Vi sarà proposta la lunga pagina intitolata “1948_Palestinian_exodus” dove si spiegano gli stessi avvenimenti riferiti alla voce araba “Nakba”. Non possiamo dimenticare che in tema di Esodo gli Ebrei sono stati da migliaia di anni i primi esperti mondiali: ma proprio per questo non possono permettersi di far subire altrettanto tormento ad altre popolazioni.
Una simile analisi comparata alla ricerca di verità è possibile anche cercando le analoghe spiegazioni en français tramite le pagine in italiano.
Solo così si può iniziare a capire come mai, dopo decine e decine di anni, la questione palestinese non possa trovare una soluzione degna e giusta. Ci sono mille e mille pietre d’inciampo per qualunque negoziato finora tentato.
Quanto al futuro, non vi sono grandi speranze. Anche se sempre più numerosi giovani israeliani contestano apertamente le malefatte dei coloni e dell'esercito del loro paese.
La disputa tra Israele e la Palestina occupata è ben lontana da una soluzione pacifica: i Palestinesi non accettano di essere derubati del loro paese.
(Vedi ancora su Wikipedia "giorno della terra": Yom Al-Ard, anche in francese, ma specialmente dettagliato in inglese).
giovedì 20 marzo 2014
mercoledì 12 marzo 2014
sabato 25 gennaio 2014
Rientrando dalla Palestina farò un salto in Giordania
Questo è quello che scrissi ai miei genitori: ecco qui infatti una prima documentazione fotografica del mio progetto, cui forse seguiranno altre immagini notevoli.
martedì 21 gennaio 2014
Good bye, don't cry for me, Palestine
C'è stata una commovente festa di commiato e passaggio delle consegne presso la sede di ProjectHope, a suggello e conclusione del mio volontariato a Nablus.
Allo scadere del visto israeliano di tre mesi, ogni volontario internazionale di ProjectHope è obbligato ad abbandonare la Palestina. Questo può avvenire tramite l'aeroporto di Tel Aviv, che ha dei controlli in uscita altrettanto severi e intimidatori di quelli in entrata.
Altrimenti si può uscire dalla regione West Bank, in bus o in taxi, passando in Giordania. Ho scelto questa possibilità alternativa, con lo scopo di visitare brevemente anche questo paese arabo del Medio Oriente...
Come ho già indicato con una breve nota su Facebook, passare il confine dal border control di Allenby Bridge (sul fiume Giordano, vicino a Gerico, quasi introvabile su Google Map) è stato semplice, senza inconvenienti.
Just cross the border with an ukulele and a smile and no questions whatsoever.
So Jordan here I come... But missing Nablus already!!
Altrimenti si può uscire dalla regione West Bank, in bus o in taxi, passando in Giordania. Ho scelto questa possibilità alternativa, con lo scopo di visitare brevemente anche questo paese arabo del Medio Oriente...
Come ho già indicato con una breve nota su Facebook, passare il confine dal border control di Allenby Bridge (sul fiume Giordano, vicino a Gerico, quasi introvabile su Google Map) è stato semplice, senza inconvenienti.
Just cross the border with an ukulele and a smile and no questions whatsoever.
So Jordan here I come... But missing Nablus already!!
giovedì 16 gennaio 2014
Credo che la pace definitiva in Palestina sia ancora molto remota
Un'immagine è più eloquente di mille parole |
(Vedi su Wikipedia "giorno della terra": Yom Al-Ard, anche in francese, ma specialmente dettagliato in inglese).
A Jenin per esempio, una lapide ricorda certi avvenimenti del 2002, con parole molto dure.
Nel frattempo, mentre la terra di Palestina va scomparendo, ci sono alcuni che speculano allegramente su questa tragedia. I più propensi ad arricchirsi sono purtroppo i produttori di cemento, i fabbricanti di filo spinato speciale, insieme ai mercanti di armi, seguiti dai nuovi coloni israeliani dei territori occupati, generosamente incentivati dal governo.
Immagine della linea verde di Qalqilya all'estremo ovest del West Bank |
Voici ce qu'on appelle "être au pied du mur" en Palestine. |
Espoir de voir nos enfants aller sans danger à l'école.
Espoir pour une femme enceinte de donner naissance à un bébé vivant, dans un hôpital,
et pas à un enfant mort devant un poste de contrôle militaire.
Espoir que nos poètes verront la beauté de la couleur rouge dans les roses,
plutôt que dans le sang.
Espoir que cette terre retrouvera son nom original: terre d'amour et de paix.
Merci pour porter avec nous le fardeau de cet espoir.» M.Darwish
mercoledì 1 gennaio 2014
Perché non c'è pace tra gli ulivi di Palestina
In un post datato 2 dicembre 2013 ho citato la mia personale partecipazione alla raccolta delle olive (il 22.10.2013) in un villaggio vicino a Nablus. Adesso posso documentare, mediante il filmato seguente, che si trattava di un abile stratagemma politico per opporsi pacificamente al sopruso dei soldati israeliani, che arbitrariamente, nel villaggio di Jeet, impedivano agli indigeni palestinesi di raccogliere le loro olive nelle loro piantagioni, troppo vicine all'insediamento di Kdumim.
La presenza di noi volontari internazionali legava le mani ai militari israeliani, che non potevano più esercitare le solite prepotenze, perchè noi avremmo denunciato il misfatto alla stampa o ai media dei nostri paesi, svergognando gli ideatori di queste (e altre) pretestuose forme di deterrente messe in atto per estorcere territori da attribuire a nuovi coloni israeliani.
In definitiva, un giorno potrò raccontare ai miei nipoti di aver dato questo mio contributo alla resistenza palestinese. Sperando che almeno in quegli anni la Palestina sia davvero pacificata e libera.
Qui di seguito, riporto il commento dell'autore del filmato pubblicato su YouTube.
Notevole la musica delle colonna sonora... ascoltatela con particolare attenzione.
Published on Dec 10, 2013
“If the Olive Trees knew the hands that planted them, Their Oil would become Tears.” Mahmoud Darwish
La presenza di noi volontari internazionali legava le mani ai militari israeliani, che non potevano più esercitare le solite prepotenze, perchè noi avremmo denunciato il misfatto alla stampa o ai media dei nostri paesi, svergognando gli ideatori di queste (e altre) pretestuose forme di deterrente messe in atto per estorcere territori da attribuire a nuovi coloni israeliani.
In definitiva, un giorno potrò raccontare ai miei nipoti di aver dato questo mio contributo alla resistenza palestinese. Sperando che almeno in quegli anni la Palestina sia davvero pacificata e libera.
Qui di seguito, riporto il commento dell'autore del filmato pubblicato su YouTube.
Notevole la musica delle colonna sonora... ascoltatela con particolare attenzione.
Published on Dec 10, 2013
22nd of October, 2013 in the middle of harvest season Al'Ard Palestinian Agri-Products has organized olive picking event. The olive picking took place in the Jeet village, near the settlement Gilaad in the area C.
Aim of this event was to support the farmers, whose olive trees and land has been confiscated under pretext of being in security zone for settlements based in West Bank (part of the future long awaited Palestinian state).
These Israeli settlements are illegal under international law.
We have waited for 2 weeks till the farmers received the permission from the DCO to collect their own olives on their own land. The Israeli DCO (district coordination office) always delays the announcing of the date of olive harvest, what complicates farmers' and their families ability to organize & come for the harvest on their land stolen by settlements. Thus they happen to loose great part of their harvest, what causes them huge financial loss. Therefore it is so important to come on this particular date in numbers.
North-West from Jeet village is an Israeli settlement Qadumim, which is constantly expanding at the expense of the Palestinian neighboring villages. There is also a constant threat of settler violence from both illegal settlements spreading above the villages. The Israeli settlers are repeatedly torching crops and endangering the indigenous Palestinian people. We have documented one of this attacks, which took place on 23.9.2013, please have a look by clicking on this link: https://www.facebook.com/media/set/?s...
On the day of the event we could see Israeli occupation forces and settlers observing us from the settlement.
Al'Ard representatives together with 19 volunteers took part in olive picking, visit of Sarra village olive press, enjoyed local Dabke group dance show, while having tasty Palestinian Musakhan (chicken with roasted almonds on traditional oven baked bread with yoghurt) and vegetarian mua'janaat (Thyme pizza style oven-baked bread). Both families enjoyed our presence and help in picking. Even though it was just one day event we hope we have contributed at least a tiny bit in alleviating the pain out of the terrible and unfair circumstances that our farmers from Jeet village have to endure.
By the end of the day Al'Ard said goodbye & thank you to the international volunteers present with Al'Ard Palestinian Agri-products gift bags.
Aim of this event was to support the farmers, whose olive trees and land has been confiscated under pretext of being in security zone for settlements based in West Bank (part of the future long awaited Palestinian state).
These Israeli settlements are illegal under international law.
We have waited for 2 weeks till the farmers received the permission from the DCO to collect their own olives on their own land. The Israeli DCO (district coordination office) always delays the announcing of the date of olive harvest, what complicates farmers' and their families ability to organize & come for the harvest on their land stolen by settlements. Thus they happen to loose great part of their harvest, what causes them huge financial loss. Therefore it is so important to come on this particular date in numbers.
North-West from Jeet village is an Israeli settlement Qadumim, which is constantly expanding at the expense of the Palestinian neighboring villages. There is also a constant threat of settler violence from both illegal settlements spreading above the villages. The Israeli settlers are repeatedly torching crops and endangering the indigenous Palestinian people. We have documented one of this attacks, which took place on 23.9.2013, please have a look by clicking on this link: https://www.facebook.com/media/set/?s...
On the day of the event we could see Israeli occupation forces and settlers observing us from the settlement.
Al'Ard representatives together with 19 volunteers took part in olive picking, visit of Sarra village olive press, enjoyed local Dabke group dance show, while having tasty Palestinian Musakhan (chicken with roasted almonds on traditional oven baked bread with yoghurt) and vegetarian mua'janaat (Thyme pizza style oven-baked bread). Both families enjoyed our presence and help in picking. Even though it was just one day event we hope we have contributed at least a tiny bit in alleviating the pain out of the terrible and unfair circumstances that our farmers from Jeet village have to endure.
By the end of the day Al'Ard said goodbye & thank you to the international volunteers present with Al'Ard Palestinian Agri-products gift bags.
“If the Olive Trees knew the hands that planted them, Their Oil would become Tears.” Mahmoud Darwish
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