L'altro giorno ho letto su Facebook "Credo un po' nel destino". Una frase all'apparenza semplice, ma dietro alla quale si celano una miriade di potenziali interpretazioni.
Mi sono messa a pensarci, giocherellando con le malabares, le palline da giocoliere che mi ha regalato Virginia, una cara amica che ha recentemente conquistato un pezzetto del mio cuore. E mentre le malabares giravano, io mi chiedevo "e io, in che cosa credo? Ci credo, nel destino? Cos'è poi, il destino?".
Lasciate perdere le malabares, sono giunta alla conclusione che sì, credo anch'io, un po', nel destino. Per me il destino è quella cosa lì che fa sì che ci troviamo in un determinato posto in un determinato momento con determinati presupposti.
Quindi, se credo nel destino, logicamente, credo, un po', che alcuni incontri non accadono per caso. Mi piace, crederlo.
Ma soprattutto, credo nelle cose belle. Credo, fin troppo forse, nell'amicizia, quella che ti tiene caldo nelle sere d'inverno, come una coperta morbidosa ma leggera.
Ogni tanto credo anche che, forse, mi basta poter credere in questo, per essere felice.
Credo che i bambini siano il nostro futuro, il presente e anche il passato. Credo che abbiamo tanto, tantissimo da imparare da loro. E dai vecchi. Sottovalutati, da sempre, o forse solo da poco.
Credo nella gioia e nella meraviglia. Vorrei aprire gli occhi al mattino come li apre un neonato che è appena uscito dalla pancia della mamma. Vorrei sapermi meravigliare di continuo, perché credo che la meraviglia sia una forma mentis tra le più appropriate.
È cercando la meraviglia che faccio le valigie e parto per quest'avventura, con la speranza di riuscire a portare laggiù qualcosina anch'io, e non solo di arricchirmi.
Ho tentato una raccolta fondi per l'associazione Projecthope di Nablus.
Fundraising Websites - Crowdrise
Qualche mail alle persone venute con me in Israele/Palestina in febbraio scorso e una vendita di torte fatte in casa con mucho cariño, en Alicante. Inutile dire che le torte hanno fruttato ben 7,05€, mentre le mail si sono rivelate estremamente redditizie. Mi ritrovo dunque con un discreto gruzzolo, ne sono contenta! Ma spero solo di riuscire ad offrire anche qualcosa di più, in termini umani, che un pugno di shekel. E quindi I'm gonna try, as hard as I can, anche se oggi c'ho un po' il cuore nello stomaco, e un groppo in gola, che ogni tanto si stringe, all'idea di lasciare il mio mondo, tanto odiato e tanto amato allo stesso tempo.
Qualche mail alle persone venute con me in Israele/Palestina in febbraio scorso e una vendita di torte fatte in casa con mucho cariño, en Alicante. Inutile dire che le torte hanno fruttato ben 7,05€, mentre le mail si sono rivelate estremamente redditizie. Mi ritrovo dunque con un discreto gruzzolo, ne sono contenta! Ma spero solo di riuscire ad offrire anche qualcosa di più, in termini umani, che un pugno di shekel. E quindi I'm gonna try, as hard as I can, anche se oggi c'ho un po' il cuore nello stomaco, e un groppo in gola, che ogni tanto si stringe, all'idea di lasciare il mio mondo, tanto odiato e tanto amato allo stesso tempo.
Farewell Switzerland, I'll see you soon...
Cliccando qui su projecthope.ps, visitate il nuovo sito web del progetto palestinese a cui aderisco.
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