giovedì 28 novembre 2013

Arrivo in Israele

Sono atterrata al Ben Gurion Airport con il cuore in gola per il famigerato, temutissimo Border Control
Ma non mi sono sentita molto spaesata, sorprendentemente. Era il 17 ottobre. 
Ho scelto la faccia più amica tra gli impiegati e mi sono fatta avanti.
L’ho passata liscia come l’olio, in tre minuti stavo aspettando la mia valigia con il visto valido tre mesi infilato nel passaporto.
Ma dovevo ancora riuscire ad arrivare a Nablus, ovvero Sichem in ebraico, una delle più grandi città palestinesi, nel bel mezzo del West Bank. Anche qui la fortuna era dalla mia parte: dopo un solo giorno a Tel Aviv, incontro per caso due ragazzi e una ragazza di Nablus che stanno per tornare a casa. 

Mi aggrego a loro, accorciando all’ultimo momento il mio soggiorno a Tel Aviv e, a parte un taxista sionista un po’ aggressivo, tutto procede per il meglio!

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